Henri Cartier Bresson

Henri Cartier Bresson

Fotografare significa letteralmente “disegnare con la luce”; e in effetti l’invenzione della fotografia ha completamente sconvolto il mondo dell’immagine: anche per la celebrazione del matrimonio, lo spazio dedicato alla conservazione dei ricordi del giorno più bello della propria vita riveste una grande importanza. Per tale motivo è giusto tributare a questa nobile arte visiva il meritato tributo: ci occupiamo dunque dei fotografi più importanti nel panorama internazionale. “La macchina fotografica è il prolungamento del mio occhio”. Il 3 agosto del 2004 moriva Henri Cartier-Bresson, all’età di 95 anni. Considerato da molti come il “fotografo più grande dei tempi moderni”, sarà ricordato sempre come una sorta di demiurgo capace di inventare un mondo attraverso un solo scatto. Ritrattista di Matisse, Braque e Mirò, assistente di Renoir, inserito nell’ambiente dei surrealisti, fu il primo a rendere immortale la vita stessa, racchiundendola in una fotografia. Nato nel 1908, da una famiglia borghese, uno dei tratti caratteristici della sua personalità, la collera, pare che lo avesse ereditato dal nonno. Timido e insofferente alle regole, passò infanzia e adolescenza presso lo zio pittore Louis. In seguito, suo mentore fu André Lhote, del quale Cartier-Bresson disse “Egli mi ha insegnato a leggere e a scrivere. Cioè a fotografare”. Due furono gli avvenimenti clou della sua vita: la scoperta del fotografo ungherese Martin Munckacsi (tre ragazzi del Congo che correvano lungo il lago Tanganika) che considerò il simbolo di una libertà istintiva e un viaggio a Marsiglia durante il quale acquistò la sua prima macchina fotografica, una Leika, alla quale dedicò la frase prima citata. Celebri alcuni suoi scatti, come quello dell’uomo che corre e che si riflette nella pozzanghera dei una strada parigina, il bimbo cieco di Valencia e le prostitute valenciane. La macchina fotografica sempre in mano, esplorò con il suo occhio, tra l’altro, il Messico e New York. La seconda guerra mondiale lo trasforma in un soldato, finendo anche in un campo di concetramento tedesco. Finita la guerra, il mondo della fotografi divenne l’unico spazio nel quale potersi rifugiare. Negli Stati Uniti trova la sua fortuna e qui esporrà anche, al MOMA, trecento delle sue fotografie. Lasciata nel 1966 l’agenzia da lui fondata, la Magnum, dopo poco si sposa per la seconda volta. Della nuova moglie soleva dire di non capirla, perché ella pareva più interessata alle fotografie del marito piuttosto che alla natura. Della quale egli non sapeva proprio vivere senza… Henri Cartier Bresson è stato uno dei più grandi fotografi;  un fotografo, appunto, che amava la pittura e che fu inventore della fotografia moderna, che sapeva armonizzare come nessun altro tempo e spazio cristallizzando in piccole opere d’arte momenti di vita quotidiana.