Matrimoni dell’altro mondo…

Matrimoni Dell Altro Mondo

Quando si pensa al matrimonio, la prima cosa che viene in mente è una bella sposa, vestita di bianco, che percorre al braccio del padre la navata di una chiesa. Oppure, ci si immagina una coppia ben vestita in un palazzo comunale che dinanzi a un pubblico ufficiale corona il proprio sogno d’amore. In realtà i riti per celebrare un’unione eterna sono tanti; scopriamoli un po’…  Dunque, vi è il rito hindù; in realtà ne esistono diverse varianti a seconda della particolare confessione professata dagli sposi. In generale comunque tutti i matrimoni si svolgono all’interno della famiglia e i festeggiamenti tendono a durare diversi giorni. Nel buddismo, invece, non esiste il concetto di rito del matrimonio così come noi lo intendiamo: consiste nella lettura, da parte dell’officiante, di un canto religioso; la coppia risponde a sua volta cantando una salmodia. Infine vi è una benedizione agli sposi e un’offerta di questi ultimi a Buddha e ai sacerdoti. Le nozze gitane durano tre giorni: il primo è dedicato alla purtroppo nota e triste prova del fazzoletto, il secondo ai rituali veri e propri con tanto di banchetto. Il terzo, si comincia già dalla mattina a banchettare e tutta la comunità è invitata. Soltanto il giorno successivo gli sposi potranno partire per la luna di miele. Il matrimonio ortodosso è in realtà molto simile a quello cattolico: durante il rito però agli sposi vengono imposte sul capo due corone (simbolo di possesso reciproco delle proprie vite). I protestanti, come è noto, non considerano il matrimonio un sacramento, piuttosto una professione di fedeltà, amore e rispetto. Il tutto viene ufficializzato tramite atti civili e il pastore provvede a dare agli sposi la propria benedizione. Nel rito ebraico ad officare la celebrazione è il rabbino capo. Gli sposi si pongono sotto una sorta di baldacchino, detto jupa, e dopo la benedizione, il rabbino legge agli sposi le prescrizioni matrimoniali; vi è poi lo scambio degli anelli e la recita, da parte dello sposo dello ‘Hare at Mekudesht’. La tradizione vuole, infine, che la coppia rompa un bicchiere di cristallo con il tacco delle scarpe, a ricordo perenne della distruzione del Tempio di Gerusalemme e dell’allontanamento degli ebrei dalla terra d’Israele. I matrimoni orientali solitamente consistono in cerimonie poco sfarzose: l’unica concessione è data dalla prevalenza del colore rosso, simbolo di amore, prosperità e allegria.