Ansel Easton Adams

Ansel Adams

Attendo ansioso nuovi processi e nuovi sviluppi. Credo che l’immagine elettronica sarà il prossimo grande passo. Questi sistemi possiederanno caratteristiche strutturali perfette, e sia gli artisti che i tecnici dovranno fare un rinnovato sforzo per comprenderli e dominarli. Così Ansel Easton Adams, fotografo di San Francisco, nato nel 1902. Conosciuto, tra l’altro, per le sue fotografie in bianco e nero dei paesaggi del Parco Nazionale Yosemite negli USA e come autore di numerose pubblicazioni sulla fotografia. Cresciuto in un anbiente conservatore, era molto timido, introverso e anche dislessico; quest’ultimo problema gli causò gravi problemi per l’inserimento scolastico. In compenso, già da piccolo era un amante e un estimatore della natura. Lo studio del pianoforte, iniziato da bambino, gli conferì disciplina e rigore, qualità che in seguito seppe sfruttare quando i suoi genitori gli regalarono una fotocamera Kodak 1 Box Brownie. La nuova passione per la fotografia lo spinse ad unirsi ad un club di amatori dove, tra l’altro, conobbe Virginia West, sua futura sposa. Nel 1927 Albert Bender entrò nella sua vita che ne fu radicalmente cambiata: da quel momento Adams seppe infondere nel suo lavoro fotografico maggiore energia e sicurezza. Tre anni dopo Adams conobbe Paul Strand le cui fotografie lo aiutarono ad allontanarsi da uno stile pittorico per convergere piuttosto verso una maniera “diretta” (straight photography), nella quale l’importanza fosse la chiarezza dell’immagine. Un’altra amicizia si rivelò molto importante per la sua carriera, quella con Edward Weston, con il quale, insieme a Strand e Cunningham formò nel 1932 il gruppo chiamato f/64. Dopo anni di successo ebbe problemi finanziari e dovette dedicarsi, suo malgrado, alla fotografia commerciale. Tuttavia, i suoi lavori per le aziende per le quali fu costretto a lavorare (IBM, National Park Service e la Kodak, oltre che per le riviste Life e Fortune) divennero un’icona delle bellezze naturali dell’America del Nord. Ad Adams poi si deve lo sviluppo del “sistema zonale”, cioè un metodo che permetteva di suddividere la gradazione di luce di una scena in undici zone differenti, dal bianco al nero. Questo consentiva di visualizzare i differenti livelli di grigio nella fotografia finale. Le sue immagini cominciarono a divenire simboli dell’America: ciò che gli interessava davvero era la natura. Il parco Yosemite, in primis, ma anche animali in via di estinzione; lottò poi per nuovi parchi, per l’Alaska e contro l’inquinamento di aria e acqua. Ma gli giunsero anche tante critiche, soprattutto per il fatto che nelle sue fotografie non compaiono mai esseri umani: di lui Henri cartier Bresson disse: “Il mondo sta cadendo a pezzi e tutto quello che Adams (e Weston) fotografano sono pietre e alberi”. In realtà, per molti, questo disinteresse per la vicenda umana di Adams altro non era che un’apparenza: nelle sue fotografie è comunque la vita ad essere protagonista. Nel 1984 morì a causa di complicazioni cardiache aggravate da un brutto male pregresso: tre anni prima aveva ricevuto il prestigioso Premio Internazionale della fondazione Hasselblad.